E' una frase dell'ultimo libro di Fabio Volo "Il giorno in più".
Due settimane fa io e il mio amico A. ci siamo lasciati.
Ci conosciamo, con A., fin da bambini. Abita qui nel paese, a poca distanza da casa mia. E' stato uno dei miei amici "storici". Anzi, per una parte della mia vita è stato anche il mio migliore amico. Termine brutto "il mio migliore amico" che poi ho tolto dal mio vocabolario e dal mio modo di pensare, se sei amico di una persona sei amico e basta. Non ci sono amici di serie A e amici di serie B. Casomai puoi essere conoscente. Però a 14 anni è normale che si abbia il migliore amico e io l'avevo. Scuole insieme, a pescare insieme, le prime uscite senza genitori insieme e così via. A 18 anni mi disse "sai... ho diciotto anni dovrei trovarmi una donna e sistemarmi". Poi discoteche, uscite spesso insieme. A 20 anni ci fidanzammo, conoscemmo 2 amiche al Concorde e ci mettemmo insieme. Dopo 3 mesi io mi lasciai. A. invece continuò la sua storia, fidanzamento, matrimonio, figli. Io vari fidanzamenti, alcuni di lunga durata altri meno, tutti andati male o per una ragione o per un altra, fino ad oggi che ho chiuso bottega e di storie non ne voglio più sapere. Le nostre strade insomma presero direzioni diverse, non che non ci vedessimo, ogni tanto ci frequentavamo lo stesso, qualche cena, qualche evento importante, però in maniera diversa, ovviamente. Poi, quando 2 anni fa mi lascio con la fidanzata, lui mi cerca, mi dice che è in crisi con la moglie e inizia a frequentarmi. Sono passati tanti anni e vedo che siamo due persone molto diverse da allora. Il tempo, la vita, le difficoltà incontrate ci hanno radicalmente cambiato. E' tutto diverso e forse è normale. Io amo profondamente la vita e cerco di guardare sempre le cose in positivo anche quando gli ostacoli che mi sono trovato davanti sono stati grandi. A. è un continuo lamentarsi, è un continuo ripetere i suoi problemi, le sue disgrazie. Che poi....
Insomma a volte sono stato a disagio, eravamo diventati troppo diversi. Ci sono persone che ti rubano energia, che ti consumano, che ti trasmettono negatività. A. è una di queste. Inoltre io stavo attraversando un brutto periodo e avevo bisogno di tutt'altro, soprattutto positività. Per questo, forse, l'ho trascurato e non gli ho dato tanta importanza. Quel suo modo di lamentarsi e di piangersi perennemente addosso era un suo modo per attirare l'attenzione nei miei confronti. Per farla breve, per futili motivi, l'altra sera nel piazzale davanti a un bar, ha cominciato ad arrabbiarsi con me, insultandomi, dicendomi "vai a lavorare", andandoci giù pesante. All'inizio pensavo scherzasse, come a volte succede tra amici, ma lui continuava e ben presto ho capito che faceva sul serio. Ho replicato cercando di sdrammatizzare, di metterla sul ridere, niente.
Ci sono rimasto tanto male di questa cosa e spesso ci penso anche ora. Dopo mi ha anche chiesto scusa tramite SMS, ma ero talmente amareggiato e ferito che non ce l'ho fatta a rispondergli. Adesso la rabbia mi è passata, sarei anche disposto a riparlarci, ma tanto di una cosa sono certo, che non sarà più come prima. Mi conosco e non posso mentire a me stesso. Lo strappo è stato troppo forte e non è stato l'unico. Già prima c'erano state altre cose, altre situazioni, che me lo avevano fatto "cascare" come amico, che...lasciamo perdere per non cadere nelle bassezze. Mi dispiace tanto, e non mi stancherò di ripeterlo. Mi dispiace perchè l'amicizia è ricchezza, l'amicizia è un dono grande, l'amicizia è vita, perchè penso che ogni mio amico/a sia speciale. Per questo sono triste.
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