In questi giorni si parla molto di economia di aziende, di imprese, di compagnie e si cerca di dare spiegazioni ad un fenomeno generale di recessione che ci coglie di sorpresa, incapaci non solo di contrastare ma soprattutto di capire. Un vortice dal quale non si riesce a tirarsi fuori. Nel mio piccolo voglio fare alcune riflessioni. Non ne capisco molto di economia, la mia è una riflessione di getto, dettata più dalle sensazioni e dall'esperienza personale che altro, è una riflessione istintiva che si potrebbe fare la sera al bar davanti ad una Tennent's gelata, quindi non pretendo che sia condivisa.
Ormai sono 20 anni che sono nel mondo del lavoro. (Eh sì non sono più un giovincello!) Noto che le cose sono cambiate molto nelle aziende, non solo nella mia dove lavoro, ma essendo a contatto con molte realtà, posso dire che le cose sono cambiate molto nel modo di lavorare. Quando sono entrato a lavorare io, nella mia azienda, ma era così un pò dappertutto, funzionava che c'era un capo che imponeva gli ordini e altri, ognuno per le proprie competenza, che eseguivano. Pochi discorsi, un capo carismatico, che oltre a competenza aveva anche doti di leader e di grande comunicazione, la cui presenza incuteva rispetto e sicurezza. Intorno, i soliti rufianetti sì, quelli ci sono sempre stati, ma la forte personalità del capo ne facevano un interfaccia certa e i dettagli contavano poco. Un capo che controllava e 50 persone che lavoravano. Punto e a capo.
Questo non solo nella mia azienda ma era la tendenza generale di qualsiasi grossa compagnia o società di un certo livello.
Con il tempo i fattori sono cambiati. Sono nate nuove figure all'interno delle società. Controllori di controllori di controllori. Sono nati gli ottimizzatori, gli operatori del controllo di qualità, della sicurezza della catena produttiva, della sicurezza della salute, della check list, del know how, del controllo "della mi fava ", per dirla alla Toscana. Per spiegare il fenomeno voglio fare uno schemino, partendo dal livello più alto, dirigenziale, a quello più basso del sottozerbino-puliscigabinetti della mia azienda, ma che è la stessa situazione di una qualsiasi compagnia.
1° LIVELLO CONTROLLO 100% LAVORO 0%
2° LIVELLO CONTROLLO 80/100% LAVORO 0/20%
3° LIVELLO CONTROLLO 70/80% LAVORO 30/20%
4° LIVELLO CONTROLLO 50/60% LAVORO 40/50%
5° LIVELLO CONTROLLO 0% LAVORO 100%
Ora, come può andare bene un azienda dove la maggir parte delle energie vengono spese per pagare gente che controlla che altre gente lavori e che a sua volta controllano altra gente che a sua volta controllano altra gente che alla fine controlla un povero disgraziato con un contratto a progetto a 800 euro al mese, al quale è stato detto che poi farà carriera e potrà diventare controllore anche lui ma che intanto fa cose delicate senza competenza specifica e fa tutto , compreso la pulitura dei cessi quasi. E' una grossa anomalia questa ma è un dato di fatto, ed è un dato di fatto in una qualsiasi società. Come può andare una società che disperde la quasi totalità delle proprie forze nel controllo e una minima quantità nel lavoro. Chi fa prodotto lordo, chi fa plusvalenza, chi produce ricchezza?
Io dico che ci siamo creati un mondo difficile, più grande di noi, nei paesi cosiddetti sviluppati, e ne abbiamo perso il controllo nel nome della burocrazia che ci avvolge e finirà per annientarci e le Banche, l'Alitalia, le Borse che vanno giù sono i primi segnali che dovrebbero farci capire qualcosa. E non c'è politica che tenga, non c'è bacchetta magica, non c'è l'ennesimo miracolo che potrebbe farci risorgere. E un problema di mentalità. L'economia si sta sbriciolando perchè non ha più basi solide. Non ci sono manager validi, spesso sono stati assunti per favori e non hanno capacità nè carisma nè personalità. Magari il sotto-zerbino ha le stesse qualità del capo o forse maggiori. E si paga gente per fare di lavoro gli"ottimizzatori". Forse è arrivato il momento di riprendere in mano la zappa e ripartire da zero.
Etichette: economia, passaggi di vita
Caro virgi, ti ricordi il mio post sulla gara delle canoe?
La morale è sempre quella...
ti ricordo il link
http://nonsologiovinazzo.blogspot.com/2008/06/strategie-aziendali.html