
E’ strano che oggi che sono stato a casa tutto il giorno non sia mai squillato il telefono. Ah già, perché oggi è domenica e forse non lavorano. Si perché non passa giorno che il telefono di casa non squilli per via di qualcuno che ti propone o Infostrada o Sky o Tele2, o addirittura come mi è capitato, bottiglie di vino, come se sapessero che sono davvero un appassionato. Ormai è diventato un assillo. Ma non c’era la legge sulla Privacy? In qualsiasi posto tu vada ti fanno firmare la legge sulla Privacy ma telefonare a casa di uno sconosciuto, tenerlo al telefono quando questo era intento a farsi gli affari suoi e cercare di venderli le cose più disparate, non è infrazione della legge sulla privacy? In non ce ‘ho con i poveretti che ti telefonano, anzi hanno tutta la mia solidarietà. Non tutti perché a volte trovi anche il maleducato, ma generalmente fanno quello che gli dicono i loro datori di lavoro, anche per pochi soldi e in un clima di terrorismo psicologico, quindi non c’è da prendersela con loro.
Solo che la cosa andrebbe un attimino rivista. Come è possibile che sia valido un contratto registrando le voci di una conversazione? Un contratto deve essere letto attentamente, valutato e firmato in calce, con tanto di data. Questi invece ti rendono valida una semplice conversazione “verbo volant” o come dice un proverbio spagnolo “atravez del tempo las palabras se lleva el viento”. Un contratto deve essere scritto e basta. Il bello è che si ci rimani invischiato è un problema uscirne. A te non basta il verbo volant, non ti basta una semplice telefonata per disdire, te devi scrivere montagne di carta, bolli, raccomandate e perdere anche un sacco di tempo.
L’uso incontrollato dei Call Center, non si limita solo alla vendita ma ormai fa parte della vita sociale di ognuno di noi. Una volta mi hanno telefonato per avere un parere sulla macchina che avevo acquistato. Dovevo rispondere alle domande con un giudizio da 1 a 10. Solo che io se do un giudizio ci voglio giusto un po’ pensare. Ad un certo punto l’interlocutore mi disse “più veloce per cortesia!” “Senta non sono io che l’ho cercata, se vuole qualcuno per fare una gara a tempo, cerchi qualcun altro” e riattaccai. E’ diventata un impresa, per esempio segnalare un guasto all’Enel o alla Telecom. E’ una trafila assurda. Ti mettono in attesa per “non perdere la priorità acquisita” e ti ci fanno stare per tempi biblici. Che poi… “priorità su che cosa?” io voglio solo segnalare un guasto, è un mio diritto, non voglio avere nessuna priorità! Poi devi stare sempre attento, se sbagli a digitare un numero sei finito, entri in un labirinto e devi ricominciare tutto da capo. Poi ti fanno gli scherzi. Tipo, se non hanno voglia di darti un informazione, fanno a scaricabarile, di dicono che devi fare un altro interno, tanto chi ti risponde uno sta a Reggio Calabria l’altro sta a Torino non possano nemmeno mandarsi a fanculo. Quando ho messo l’ADSL, tre anni fa, è stata un’esperienza traumatica, sembrava di telefonare a Caterina Balivo per il gioco a quiz di Festa Italiana. Non c’era verso di prendere la linea neanche a piangere. E poi sono tutti numeri, “prema 1 per parlare con l’ufficio x, 2 per parlare con l’ufficio y, 3 per parlare con l’ufficio z…” ma per parlare con un essere vivente devo venire di persona?
Bei tempi quando al telefono ti rispondeva sempre e comunque, un voce umana. E se vi chiamano a casa per proporvi qualcosa, l’offertona del secolo, non fidatevi mai, c’è sempre la fregatura dietro, altrimenti non vi avrebbero cercato!
Solo che la cosa andrebbe un attimino rivista. Come è possibile che sia valido un contratto registrando le voci di una conversazione? Un contratto deve essere letto attentamente, valutato e firmato in calce, con tanto di data. Questi invece ti rendono valida una semplice conversazione “verbo volant” o come dice un proverbio spagnolo “atravez del tempo las palabras se lleva el viento”. Un contratto deve essere scritto e basta. Il bello è che si ci rimani invischiato è un problema uscirne. A te non basta il verbo volant, non ti basta una semplice telefonata per disdire, te devi scrivere montagne di carta, bolli, raccomandate e perdere anche un sacco di tempo.
L’uso incontrollato dei Call Center, non si limita solo alla vendita ma ormai fa parte della vita sociale di ognuno di noi. Una volta mi hanno telefonato per avere un parere sulla macchina che avevo acquistato. Dovevo rispondere alle domande con un giudizio da 1 a 10. Solo che io se do un giudizio ci voglio giusto un po’ pensare. Ad un certo punto l’interlocutore mi disse “più veloce per cortesia!” “Senta non sono io che l’ho cercata, se vuole qualcuno per fare una gara a tempo, cerchi qualcun altro” e riattaccai. E’ diventata un impresa, per esempio segnalare un guasto all’Enel o alla Telecom. E’ una trafila assurda. Ti mettono in attesa per “non perdere la priorità acquisita” e ti ci fanno stare per tempi biblici. Che poi… “priorità su che cosa?” io voglio solo segnalare un guasto, è un mio diritto, non voglio avere nessuna priorità! Poi devi stare sempre attento, se sbagli a digitare un numero sei finito, entri in un labirinto e devi ricominciare tutto da capo. Poi ti fanno gli scherzi. Tipo, se non hanno voglia di darti un informazione, fanno a scaricabarile, di dicono che devi fare un altro interno, tanto chi ti risponde uno sta a Reggio Calabria l’altro sta a Torino non possano nemmeno mandarsi a fanculo. Quando ho messo l’ADSL, tre anni fa, è stata un’esperienza traumatica, sembrava di telefonare a Caterina Balivo per il gioco a quiz di Festa Italiana. Non c’era verso di prendere la linea neanche a piangere. E poi sono tutti numeri, “prema 1 per parlare con l’ufficio x, 2 per parlare con l’ufficio y, 3 per parlare con l’ufficio z…” ma per parlare con un essere vivente devo venire di persona?
Bei tempi quando al telefono ti rispondeva sempre e comunque, un voce umana. E se vi chiamano a casa per proporvi qualcosa, l’offertona del secolo, non fidatevi mai, c’è sempre la fregatura dietro, altrimenti non vi avrebbero cercato!